Notte sul braccio più buio del porto.
Acque ferme in fiamme
tutto il mio raccolto,
e la ciurma cerca note ipnotiche
contro Noia occhi a serpente.
Il nostro male non è genetico,
senza nome, senza secolo.
Viene da quel pianeta,
lo intercetti? È una beffa!
Senza pensiero, senza poetica.
Siamo la controparte
segreto post-vespertino,
meta agognata dall'altra parte, il clan cretino.
Non possiamo stare a lungo
in luogo che non merita erba, né neve,
dobbiamo transumare verso l'asse del sogno
dove ci nascondiamo
e torniamo brillanti.
Senza gioie, senza pianti.
E il cuore perso sempre in un canto:
no, non è giusto, sì, ci penso io
a pulire tutto con la lingua
e dare bellezza alla bestia-
chiappe affamate: testa
viscida
entra nel pozzo
dell'anima
putrida.