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Festa degli alberi 2010 scuola elementare di Bione
Un giorno di primavera ormai tiepida e desta,
scolari ed insegnanti, dedicano un giorno agli alberi,
e ne celebrano la festa.
Le piantine seminate e coltivate in cassette
sembra dicano a quei ragazzi interrateci al più presto,
perché vogliamo crescere all'aperto e, non essere tanto strette.
Le buche sono pronte, scavate da volontari, che con muscoli e piccone,
hanno fatto un buon lavoro, che a guardarlo sta benone.
Con noi c'è il pino- mugo, il faggio, il sorbo di monte, degli uccellatori e ciavardello,
la quercia il biancospino nonché l'agrifoglio, che è un medio albero sempre verde,
i cui frutti sono drupe rosse, leggermente velenose;
Ma le spinose foglie e la corteccia verde, forse per pareggiar della drupa il tossico effetto,
offrono all'uomo sostanze curative, da ridargli la salute,
riprendere il suo lavoro e, restar lontan dal letto.
Noi di questa, pianta terremo presente, la sua naturale proprietà medicinale,
senza scordare però che le spine poste sul contorno delle foglie,
ed il frutto dal sapor cattivo, la natura non li ha messi li per caso, ma di sicuro per vigilanza,
affinché il nostro albero si potesse difendere con "graffi, spinate e mal-di- pancia".
Noi non sappiamo se le piante conversano tra loro,
però è bello, pensar che così sia.
Pertanto, noi crediamo che un pino mugo, abbia detto ad una quercetta a lui vicina,
di aver udito l'anno passato, uno scolaro dire alla maestra,
vorrei io interrare questa pianticella,
perché ha buon profumo resinoso, piace, è carina e,
vorrei piantare proprio quella.
Anch'io dice la quercia, sono di qualità importante
perché produco ghiande, legno duro e forte,
che l'uomo usa per i tetti delle case, per costruire mobili ed arredi,
lavori vari, fra questi doghe per botti e resistenti porte.
Inoltre con i miei frutti, che si staccano dai rami e, crollano per terra,
si possono nutrire uccelli vari tra i quali, la gazza ghiandaia ed altri, terrestri, animali,
come scoiattoli, ghiri, rossicci moscardini, nonché a debita distanza,
i grugnanti e rustici cinghiali..
Pertanto vorrei essere collocata in molta terra, o fra pietre smosse così potrò
sviluppare radici forti, ed un grande albero, con chioma, slanciata o tonda,
ma in grado di apportar sollievo, a chiunque, si siederà alla mia ombra.
Inoltre se l'uomo vorrà utilizzare il legno mio, io sono disposta al sacrificio,
ma solo quando sarò ampia e matura, e lui avrà piantato tre alberi in mia sostituzione
e rispettare tutti gli altri, perché ognuno di loro, molto vale,
e non è un patrimonio suo, ma di tutta la natura universale.
Un frassino, prosegue, e per il bosco, ricorda e dice:
come l'anno passato, i bimbi della scuola, in pieno vigore ed entusiasmo,
con le piantine in mano, salivano e scendevano dal designato dosso,
interravano gli alberelli, senza badare alla fatica ed all'acqua che gli cadeva addosso.
Poi mentre si asciugavano al calor di un dolce fuoco,
felici parlavano del lavor da lor compiuto.
Un bimbo ed una bimba dicevano di aver interrato forse un pino mugo
ed una bella quercetta, che con i rametti alzati, parevano guardare i loro piantatori in viso:
e con le foglie in movimento, accennar pure un sorriso.
Poi sicuramente avran chiesto alla natura,
ma noi non avremo mai il dono della parola?
Ora continua il frassino "è un anno che son qui residente e dico grazie a
quei ragazzi e all'educata gente, perché i primi, mi hanno interrato le radici ed i secondi, dopo averci ben osservati
hanno rimesso in piedi, tutti quelli che di noi vi giacevano piegati.
Inoltre non tralascio tutti gli altri, chiunque sia, che noi consideriamo dei
veri amici, per aver piantato, da più anni con tanto amor, in questo sito,
alberi di diversa specie, già in viva vegetazione ognuno di loro partito..
Quindi noi se saremo rispettati, diverremo grandi e, vi faremo regalo dei
nostri frutti, del legno d'opera, dell'humus della funzione clorofilliana,
ed anche dell'acqua traspirata, che sono operazioni per noi e voi vitali,
che pur non essendo molte, sono comunque loro, che permettono la vita sulla terra,
sia dell'uomo, degli animali ed anche di noi piante.
Ora ragazzi vi saluto, perché voi andate e noi restiamo e, con le foglie tremule,
che commosse brillano come gli occhietti vostri nel ciel sereno, e sicuro, del pensier delle mie vicine piante,
per quel che avete fatto, io vi dico
GRAZIE GRAZIE TANTE
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