In questi giorni ho riflettuto molto sulla depressione,
non per altro l'ho osservata in disparte
e sono giunta alla conclusione,
mettete anche voi il rancore da parte,
così con calma le mie parole potete ascoltare.
A volte è troppo facile da parte nostra giudicare
coloro che la loro croce si portano, forse, da una vita,
i problemi che riemergono dalla prima infanzia
o forse un dolore che li divora dentro mai finito.
Una vita ambigua dal nostro punto di vista,
ma vedete, non siamo psicoanalisti per poter capire
determinati atteggiamenti,
se non possediamo sufficienti elementi.
A volte siamo coinvolti in una partita dove facciamo arbitri
al posto dei giocatori, senza avere la facoltà di allenatore
sbagliamo tutto e poi cogliamo i frutti.
Coloro che non possiedono un equilibrio
di propria autostima non hanno colpa,
perché sono loro i registi della loro commedia divina.
Vivono e si immedesimano nei vari personaggi
e perdono il conto dei loro viaggi,
vivono in un mondo a se, cercando il sé percepito
e correndo dietro il sé ideale,
non ci dobbiamo limitare di sgridare chi invece
ha bisogno di dolcezza,
perché sono vittime della propria debolezza.
La depressione è una patologia,
per chi è carente di positiva energia.
Deridere sarebbe disumano,
sforziamoci piuttosto di tendere una mano
a chi affonda nel suo mondo oscuro,
la pace, il perdono e un sincero sorriso
e li mettiamo al sicuro.
Chi porta questa croce subisce già la sofferenza atroce.
Ci sono troppe vittime dell'indifferenza,
magari non basta a soffermarsi all'apparenza,
ci sono cose che mai potremo capire,
vi prego solo di essere misericordiosi
e chi è debole cercate di benedire.