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mi sono strappato il tuo corpo,
te, mi sono strappato.
mi sono piegato e plasmato
e ho posseduto le tue piaghe,
mille volte ti ho uccisa,
e tu, a me:
mi sono risvegliato sui tuoi fianchi,
e siamo poi partiti,
per niente.
ci siamo tagliuzzati le carni e i gomiti,
e i denti li abbiamo staccati gridando.
ma poi ho guardato i tuoi occhi,
i tuoi occhietti neri,
ed ho capito che non eri tu lo squarcio,
ma io:

 

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7 commenti:

  • Giovanna Faccendi il 17/02/2008 15:46
    Molto forte carina
  • Anonimo il 05/04/2007 17:57
    Un incedere spasmodico ed accorato. Interessante l'incipit, ciao Stefano.
  • alberto accorsi il 27/03/2007 16:13
    Non basta il dolore o la disperazione per scrivere una poesia.
  • laura ruzickova il 27/03/2007 12:15
    mi piace molto il finale
  • Mario Secondo il 17/03/2007 20:54
    Molto molto violenta. Rende l'idea. complimenti.

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