Occhieggiando fra i rovi
mi guardano,
le ascolto...
Salivamo la scaletta
sulle spalle per raggiungere
le more,
quelle belle erano più in alto
nere e succose,
ma erano più furbe di noi
e pungevano le mani,
più delle rose erano spinose
e per farci dispetto
ci tingevano di viola,
indelebile ricordo
alcune aspre ed amare,
ma il gusto era aver vinto la sfida
con la vita che già lo era,
lo è,
mentre l'infanzia nella polvere
si allontanava...
Il rumore di un'auto che si allontana,
resto a guardare quei rovi,
pieni di more,
pieni di ricordi...