Non c'e'pace
non c'e' consolazione,
blocchi di marmo
a comprimere lo stomaco.
Il giorno
tengo gli occhi socchiusi:
c'e' troppa luce che ride;
la notte
chiudo la porta a chiave:
troppe ombre si agitano.
Il vuoto e' tutt'intorno
il vuoto e' dentro me,
lo respiro
lo assaporo
l'odoro
l'ascolto
lo tocco.
Dolore,
voglio solo più dolore
per costruire la mia casa
sopra un prato di tenebre.
La gola e' secca,
completamente sfinita
appoggio il mio scheletro
sotto un attraente oleandro.
Mi cuciro' un vestito
con i suoi petali letali.
Qualcuno e' alle mie spalle
ho il suo alito fetido sul collo.
Devo correre,
piu' forte
oltre i confini del tempo
aldila' dello spazio
dov'e' segregato
il mio sole.