Mani belle, mani adorate,
profumate dall'onesto lavoro,
già dedite a cullare
e sollevar bambini,
a tergere amati lenzuolini...
Mani solcate dal vomere del tempo
e del duro quotidiano;
quei solchi,
non chiamarli rughe:
son letti di fiumi
che hanno percorso
la forte tua vita,
fiumi di limpida acqua,
profusa a piene mani, generose,
sempre pronte a donare,
e mai protese a richiesta alcuna.
Mani segnate
dalle cicatrici della vita,
ma tu
ti ostini a chiamarle... rughe.
Così sia:
evviva, dunque,
le tue mani non più vellutate;
onore alle tue rughe d'amore,
rughe di donna sorridente e pura.