È soffocante il sole
che brucia il busto di marmo
della piazza del paesino.
Lo osservo, fisso e immobile
a guardare, il tempo
ed il suo lento passare
le ore, che lente volano
dai nidi di quel campanile
e delle cicale, il loro frinire.
Un'allodola assetata di fresco
cerca invano un po' di ombra
e dalla sua testa si posa
sulle mani protese di un platano
che al suo fianco lo assiste.
Il tempo di una breve sosta
su questa panchina,
l'ho sentito per un attimo
sussurrare qualcosa,
ho invidiato quel suo restare immobile
quella sua posa,
mentre il mondo è dannato a correre
e ad urlare
un attimo di marmo, prima di rientrare
nel tempo, di riprender la corsa
la vita è una gara non prevede una sosta,
e quel busto fisso e immobile,
dallo sguardo triste e gentile,
in fondo è solo
un monumento alla fine.