correndo la strada a me dinanzi,
al fuggir serale delle luci e dei lampioni
approssimandosi quasi ebbra, poc'anzi,
prima lontana, avanzando a carponi,
poi accelerando il passo, quasi a balzi,
fino ad infittire le luci di notte come ai fianchi quei covoni di grano,
pensarli adagiati sotto quel sole e quel cielo, ov' immaginar noi scalzi,
sentendo davvero la terra sotto i piedi ed i talloni,
i nostri cuori nel petto e nei polsi,
ed i nostri sguardi, l'uno rivolto all'altro, proni,
su d'una terra profumar di nuvole, e di nuove emozioni...