Due, rossi e taciturni: verticali occhi di fuoco
scandiscono lampi fra le ore ed i minuti notturni.
E con gli ansiosi secondi l'orologio sempre sveglio
brucia, consumando inesorabile il perimetro del foglio.
Tu stai già scrivendo i sogni e sul comodino hai scordato aperto
il calamaio con l'inchiostro vero pregno della nostra storia.
M'immergo io nel nero e ritorno gocciolando della vita.
Ora m'accingo a disturbarti nel sonno:
Dipingerò zebra la tua schiena e t'inventerò i pensieri con le dita.
Traccio scure voragini onde di china in cui nascondere le mani colpevoli
del mio scrivere un po' donna e un po' imprudente ragazzina.
Nascondersi è per gioco ma tu, impavido e luminoso, sfidi la notte.
Guerriero del riposo, se ti svegli, non fermare il disegno
o al mio proposito non potrò tener pegno:
con le labbra solcherò in neri baci il tuo corpo
fino a quando più nessun squarcio pelle chiara sarà visibile alla luna.
Così, implose anime celate ai minuti
abbracciate e contorte, saremo invisibili al tempo,
se incapaci del sempre,
almeno per un oscuro istante d'immenso.