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Ottantasette

aprendo le mani volte verso il cielo,
al piover improvviso delle prime gocce,
eccomi accoglierle come lacrime, precipiti su uno stelo,
quello d'un fior compianto, qui, sorto dalle rocce,
a colorar di vita questo e quel velo,
quasi sussurrando lui solingo al cielo,
piccoli pensier divenuti ora grondanti gocce...
pensier, ricordi e speranze tesi ad un filo,
scivolar con la pioggia su uno stelo e su un velo...

eppur tra tante nuvole cinger di grigio il cielo,
ora non ricordarne passeggero che il sereno,
mutatosi d'un tratto in grigiore ed immane telo!
e sotto tanta pioggia in lacrime ed il lor triste treno,
ecco un fiore, qualcosa su cui pianger di nuovo a ventur sereno,
i pensier, i ricordi, le storie con fanatico zelo,
un fior perso tra le rocce e nel suo seno
un cuor nuovo a tinger di colori questo e quel velo...

e sol ora contar quante di quelle gocce cadute per crescere quel solo fiore... aprirsi al cielo,
dando altri nomi e volti a quelle gocce, a quelle rocce, a quel velo,
ed a tante lacrime cadute su un paese intero...

 

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5 commenti:

  • Carlo Caredda il 21/12/2010 14:04
    Bellissima, ho avuto immagini in bianco e nero
  • Paola Pinto il 20/08/2010 02:44
    Il dolore universale ci lega tutti insieme, la durezza della vita è universale!... ma la bellezza della vita è insostituibile nel suo continuo evolversi!





  • Anonimo il 19/08/2010 22:52
    Particolare il tuo poetare, mi piace. Mi piace la delcezza nel tuo esprimere dolore... in breve una gran bella poesia e grazie di cuore!
  • Giuseppe Bellanca il 19/08/2010 18:57
    bravo uno stile originale di scrivere.
  • loretta margherita citarei il 19/08/2010 18:53
    fantastica