Partire,
per quel viaggio così atteso,
all'alba con il sapore di un caffè caldo
e tutto il resto alle spalle,
i pensieri restano là, chiusi a chiave
come le imposte e il rubinetto dell'acqua e del gas.
Partire,
come una rondine con la leggerezza di un inizio,
come se non ci fosse mai una fine lungo il filo
di nylon di quell'aquilone,
nella trasparenza di un'eternità
quando il sole abbracciando l'alba,
appende i nastri sulla porta della vita
che apre gli occhi abbagliata dalla sua luce.
Partire,
all'inizio di un respiro lungo il vagito di un attimo,
a piedi scalzi, fra le ortiche,
intorno a falò, sulle chine di gelidi inverni,
balleremo la nostra avventura,
troppo veloce per poterla rimpiangere,
troppo lunga per poterla ricordare,
troppo breve per poterla dimenticare.
E poi si torna,
ma è già la fine del giorno...