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Una sirena per cui piangere

Vorrei una sirena per cui piangere,
un'amore sepolto nel mare
e guardare le stelle colare
le echi sgualciti delle sue grida,
l'agonia acerba brutale
della mia sirena lontana.

Nella mascella siderale della notte stanno
i suoi occhi, i fiori più flebili,
versano un fiume oblungo di dolore
sul sipario virulento
dell'oscurità terrestre,
il suolo è deforme:
vi sono occhi enormi, orecchi
ed organi rossi pulsanti
tremanti nel buio freddo e sporco,
a me discesi in macabro prestito
per inghiottire la tortura,
nello squarcio stomachevole dell'anima
penetra come da un imbuto la fiele
della sera crepitante,
rivolo lucente e letale
seppellisce l'anima gracile
e si raccoglie in tempestata bruma,
scava supplizi lo Stige ribollente
brucia nel letto arso delle vene
dirompe, incrina i volumi, morde la carne,
le acque nere annegano
i giardini celesti
come cuccioli.

 

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3 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Ferdinando il 13/09/2016 04:54
    apprezzata... complimenti.

3 commenti:

  • Laura cuoricino il 03/09/2010 11:10
    Un dolore forte ed a tratti devastante che solo un animo sensibile può provare...
    Molto forte e bella, nonostante la sofferenza...
    Ciao, Cuoricino.
  • Giacomo Scimonelli il 03/09/2010 09:44
    piaciuta!!! veramente bella e scritta bene... scritta con il cuore... alla prossima tua opera
  • Daniela Di Mattia il 03/09/2010 08:33
    Che bella poesia. Bisogno d'amore profondoe consapevolezza della sofferenza che tale amore può provocare.
    Ottimo esordio e benvenuto

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