Una valigia.
Dentro i ricordi
si affollano,
sono chiusi,
non possono uscire,
si trattengono
per non infierire contro chi soffre.
Il silenzio
taglia come una lama nell'aria
mentre una tempesta
si avvicina
Incurante davanti a quel dolore.
Pietrificata come una statua
resto a guardare.
Quanto passato in quella scatola!
Dire addio alle cose care,
partire,
guardare indietro.
Un ultimo saluto,
torno sui miei passi ancora una volta,
aspetta, non andare.
Lo sguardo perso nel vuoto,
lacrime rigano
il viso
di chi non ha speranza.
L'ultimo lido
e poi
lasciare la propria vita,
I propri affetti per
un'assurda legge
che ti impedisce di vivere
nella tua amata Terra.
Perché?
Non ha senso.
Tolgo, rimetto
dalla mia lista di cose
quello che nei miei acuti pensieri
cerco di riordinare.
Sono nomade da anni,
senza una meta
rincorro un porto in lontananza
ma è solo un miraggio.
Ancora uno sguardo
per non dimenticare,
per sigillare nel cuore e nella mente
quello che i miei occhi vedono.
Il rombo di un aereo
nel cupo cielo di un mattino,
ecco decolla, si alza impietoso,
raggiunge la barriera,
scompare fino a diventare
un piccolo punto lassù nell'infinito
delle bianche nuvole.
Nella mente pensieri
che vanno su e giù
come un vortice.
Stanca,
una donna consumata dal pianto
è sola con la sua valigia.