Ricordo il primo calcio
un sussulto, una carezza
ti immaginavo un pesciolino
poi ti ho scoperto bambolotto
quando ti ho stretto fra le braccia,
orari e vita scanditi dai tuoi ritmi
giorni per notti,
notti per giorni
pappe, intolleranze
e accorgersi che quel pupo
è rimasto dentro una foto
e di fronte c'è già un uomo,
una giovane donna,
che chiede il motorino,
la patente, quei jeans e quelle scarpe,
i soldi per il cinema,
i libri e i diari da scarabocchiare
grande e alto, ma incapace
di risolvere anche l'espressione
matematica che tiene teso il lenzuolo
e sollevata la polvere dalla camera
e non riesce neanche ad accomodare il freno
che tu devi tener tirato per rallentare
le troppe richieste, veloci come le mode,
veloci come la vita.
Aspetti che crescano,
ma per te saranno sempre piccoli
i tuoi bimbi, il tuo respiro,
quando ti lasceranno là
e resterai ad aspettare il loro ritorno
con il cuore in gola.