Di quel piccolo giardino
restano le piante di pomodori,
pallide si arrampicano verso il cielo
in un'aria calda in cui l'estate sta spirando,
fra nuvole spesse come coperte,
come occhi abbassati
che trattengono un pianto.
L'accento straniero di una badante
incoraggia la tua stanchezza,
fra i voli delle ultime rondini
che si apprestano a partire.
Ma non ti sei arresa, sono io
che ho paura di un cambiamento,
tu sei una quercia
che osserva con dolcezza le sue
ultime foglie,
accarezzi i colori confondendo
gli autunni alle primavere,
di te vuoi lasciare la carezza
del vento che scuote la chioma,
sono note i frammenti di una melodia
che hai tramandato e vuoi
che coltiviamo ancora,
tu, che mi regali un fiore
che ha già messo radici
dentro il mio cuore...