O divina Afrodite,
muliebre dea dell'Amore,
rapiscimi col tuo carro di fuoco,
dolcemente condotto
dalla tua fedele ancella Saffo.
Conducimi sull'isola di Lesbo,
fammi fluttuare sulla spuma del mare,
dove Eros non ha più sesso,
dove le vestali dell'amore,
celebrano la liturgia dei sensi.
Fammi assistere alle loro sacre funzioni
dove è vittima sacrificale l'amore femminile,
sottile, dolce, come una carezza
che violenta la mia mente.
Vorrei che l'ignuda vestale,
come sirena, mi chiamasse,
con un filo di voce dalle sue tumide labbra,
ad immergermi tra le stravolte membra
delle cocenti fanciulle, nel sacro talamo,
dove si consuma come su altare,
il sacro muliebre amplesso.
No, vestali dell'Amore,
non devo infierire su di voi!
Lasciate che il mio sesso provi
la pulsione voluttuosa dei sensi,
senza appagamento alcuno del mio misero corpo,
ma solo in compagnia di Amore e Psiche!
Lasciami ora o Afrodite, lascia che il mio sesso turgido
desideri l'amplesso con le saffiche ancelle,
senza mai essere da esse appagato...
O divino oracolo di Delfi,
lancia il tuo vaticinio, lancia la tua perenne maledizione
su noi uomini!
Fa che possiamo essere per l'eternità condannati
alla deliziosa vista della fiamma del lesbico eros.