La madre spesso non s'apprezza.
Assai ti volle prima che nascessi
e ti adorò quando fosti nato,
di calore e inimitabile dolcezza.
Impareggiabile, quasi esagerato,
il suo amore in tutti i tuoi successi.
Strenuamente di te si prese cura:
tenera da bimbo, ferma da fanciullo,
ti difese inquieta ancor da giovinetto,
mai un suo gesto si mostrò fasullo
allorché severa t'ammonì da adulto.
Ti modellò nel guardo e nell'aspetto;
camminò stringendo la tua mano
fino all'ultimo giorno nel suo letto;
voce appannata, debole sussulto:
<È chiuso figlio il mio viaggio umano.
Dove il tuo occhio non potrà osare,
vivrà senza sosta la tua mamma,
da lontano a guardarti e continuare
per sempre insieme il tuo programma.>
Ti taglia il verbo più di coltellata,
flebile e dolce ti frantuma il cuore,
ti sembra che la casa sia crollata.
Brameresti non essere mai nato
strapparti da dosso l'esistenza
scambieresti morte con tua vita
senza curarti di restarne senza.
Ti sembrerà che il mondo sia finito,
che tutti gli accordi son sbagliati
ma, se volgi lo sguardo all'infinito,
nuovi punti di luce son spuntati
scorgerai brillante una fiammella
la vecchia madre divenuta stella.