Cadono come note
di una scala diminuita
trasportate da una strana spirale
di dolce tristezza
che sgorga limpida e fredda
dalla sorgente dei miei occhi.
Stona la vita
osservata dalla torre
del tuo palazzo di cartapesta
ascoltata nelle tue note sinistre
dove nascondi certezze
a te sconosciute.
Suoni la tua melodia
con sicurezza tradita
imbevendo d'arsenico
l'archetto del tuo violino
che si fa pugnale sulla tua lingua...
... e mentre ti avvii tristemente impostata
al finale di questa tua esibizione
sul palco del tuo sterile orgoglio
nemmeno ti accorgi
che hai preso una stecca.