Le lacrime...
oggi è una fantasia,
figlie di uno stesso sorriso,
nate dallo stesso pianto,
sgorgate dalla stessa sorgente.
C'erano una volta, poi
rapidamente, come sono arrivate,
sono scivolate via,
nelle rapide e nei salti della vita,
costrette dai nostri stessi argini,
seccate al vento di un'indifferenza,
inghiottite dall'assenza,
intrappolate dentro la presunzione,
costrette dietro il muro di un'omertà,
mascherate dietro il vittimismo della solitudine,
voce del silenzio che uccide le lacrime,
alleato da sempre della morte.
Che fine ha fatto Sakinè e gli altri fratelli?
E le nostre lacrime di coccodrillo?
Perse... nel sangue versato
di vittime dell'odio,
dell'ignoranza, della prepotenza,
delle ingiustizie di un mondo
al quale abbiamo dichiarato guerra
che non ha più lacrime
per piangere e occhi per vedere,
cieco del proprio egoismo.
Ci separa un mare...
ci allontanano le onde di un vuoto,
dove annegano clandestine le speranze.
Se io fossi lacrima, come sono e fui
scorrerei nell'aridità del deserto
e mi fermerei rugiada,
là, dove rinasce la vita.