Caddi un tempo
nel baratro profondo
senza vedere né luce
nè buio
Fu una sensazione strana
il non vedere il nulla
Poi dalle improvvise fiamme
liberatesi alle mie spalle
si aprì un portone:
il portone del mondo
Del mio mondo
gli altri portoni non eran chiusi
le altre porte
ancora spalancate
facevano sentire
gli spifferi e il gelo
e mi contorcevano
le vene
Sembravano danzare dense
come fossero umani
sembravano danzare per me
le vene.
Una danza liberatoria
libera
una danza libera
dentro me
Il gelo soffiava sempre
dalle piccole e sottili
porte
Ma d'un tratto
non ci feci più caso
successe qualcosa
Accadde qualcosa
che ricucì con velocità
inaspettata
tutte le ferite
e chiuse lentamente
tutte le porte che erano rimaste
aperte e fredde
Dal portone
la luce.
Dal viso
la luce.
Da un Uomo
l'Amore.