Corvini i corti capelli,
gli occhi color della notte,
luminoso il candore dei denti,
schietto il sorriso sul bruno del viso.
Era di un paese di mare,
ove i suoi odori son quelli:
delle arance, dei limoni e del sale.
Amava con la sua barca pescare.
Nelle calde notti stellate,
alla sua amata amava far serenate.
Eran felici, amore per sempre s'eran giurato.
Giunse poi il giorno, ch'è partito soldato.
Sul chiaro del viso, azzurri occhi di cielo,
biondi i lisci capelli, che folti scendevano
sul calar della fronte.
Era nato in una terra di monti,
lassù, verso l'alti confini, fra gli abeti e le nevi.
Amava il duro lavoro, odiava i lamenti,
lavorava tra i boschi di lena e con lascia.
Sfidava le rupi, gli piaceva scalare le vette,
le notti guardava rapito quel cielo pulito
trapunto di stelle.
Felice, con l'amata sua accanto,
parlava d'amore, nel sussurro del vento.
Giunse poi il giorno, ch'è partito soldato.
Eran due amici, due amici davvero,
L'un gli parlava del mare,
del profumo dei campi, dei limoni, di arance,
gli parlava del bruciore del sale.
L'altro narrava la bellezza dei monti,
dei puliti tramonti, dei boschi
di cui la natura t'incanta, dei freschi ruscelli
dalle acque gelate, delle vette scalate,
di leggende di maghi e di fate.
Or sono lontano i due amici Italiani, a difender la pace.
Un triste mattino un vile attentato.
Su di una mina un blindato è saltato.
Dell'Italia mostrava i colori e di essa portava i valori.
In terra, fra i rottami fumanti,
il vampare del fuoco ed il sangue versato,
due amici immobili stanno, il cielo fissando.
L'uno sognando forse il suo mare,
l'altro con lo scalare dei monti nel cuore.