Quando sverno nella tua voce
la vita nascosta in inutili sogni
e mi riavvolgo
nel doloroso esilio dell'ombra
quando stanca di voglia
rimpiango corone di altre regine
e non vivo quel presente che consuma
quando tocco col coltello il mio corpo
per salvarmi dalla noia
nella tristezza stanca di chi veglia
cerco gli occhi neri di un uomo
le sue mani sottili
e divarico il cuore
nell'argine indifeso della bocca
inginocchiandomi nella dissolvenza dell'amore.
Sbiadisco nella curva delle mie ciglia
e non volo
ma mi basto.