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A Vincenzo

Tra il buio precoce della sera
e l'umido gemito del tufo
che sulle colline di Gravina cresce
sta il suono dell'ultimo legno
dove esita il cuore.
Abbrividisce autunno
tra gli allineati assisi
sul ciglio d'aria
che secca le lacrime.
L'ultimo passaggio
su questo frastaglio di case e persone
prima di tornare
alla bontà della mano
che sempre raccogliesti
a piene mani
finchè restò desta.
Anche tu e la tua voce
ora dormite
in un'anima diffusa
sulle ostinate gentilezze dell'amore
favore del cielo
disegualmente spiegato
su uomini e donne
e che mai colorasti
dei chiusi colori della passione
ma di quelli intensi
della sola stagione
liberata sulla tua vita:
un prodigo cuore
con remi sempre pronti
a salpare verso l'esterno.
Mentre scantono
tra gli angoli del buio
tra le ritmiche cadenze
che scendono nel vespro
ti lascio in un sogno
che tracima gli argini
di un cielo velato
che non fa paura.

 

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4 commenti:

  • Michela Cinti il 17/12/2010 18:31
    È toccante e intensa.
    Complimenti!
  • ELISA DURANTE il 24/11/2010 11:02
    Poesia infusa di malinconia composta, dedicata a
    " un prodigo cuore
    con remi sempre pronti
    a salpare verso l'esterno."
    Molto piaciuta!
  • Anonimo il 23/11/2010 21:44
    mi associo e faccio mio il commento sottostante. Bravo.
  • Danilo Carli Stranich il 23/11/2010 13:11
    posso dire che è bellissima? di seguito argomento la mia posizione; c'è dolcezza, ricordo, dolore, introspezione, sensibilità e perizia poetica. in un sito nel quale si leggono, a volte, tante schifezze, questo tuo ricordo per un amico che non c'è più, è davvero un piccolo capolavoro.

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