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Fiumi di parole

Piccole gocce traspaiono,
lucenti come diamanti,
rigando il mio viso
come rugiada agli albori del tempo
Fiumi di parole
trasportate via dalla corrente
abbandonate sul ciglio di questa cascata
ove l'acqua scorre frenetica
in un vortice, ohimè arcano,
che veste sgomento
che trasuda tormento
L'abisso mi percuote
l'oblio mi seduce
Albeggia ora, come non mai avrei stimato,
l'idea di te, del tuo lauto inganno.
Non dubitar amico, della tua cieca invadenza
tu ne sei il re, ma di virtù ormai smarrite
Non dubitar di me, amico, non ascolterò più il dolore
ma ne renderò sordo il tuo nome

 

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