Lunghi capelli dorati
le cadevano sul collo nudo,
una splendida cornice
per il suo volto di donna,
con gesti suadenti
li raccoglieva sul capo intrecciandoli
con le dita sue di giunco.
Era bella come il cielo,
quando il cielo è azzurro,
i suoi occhi verdi confusi
tra le foglie di quel prato
guardavano ancor giovane
l'orizzonte dietro sè.
Sentivo i passi suoi
nel lungo corridoio
illuminato da un sorriso,
il fresco suo profumo di pino
inebriare la stanza,
profumo di donna, di madre,
"di mia madre".
Mi prendeva tra le braccia,
asciugava le mie lacrime,
guardava il brutto anatroccolo
trasformandolo in un meraviglioso cigno.
Il tempo ti trasformerà,
dalle spine nascono le rose...
Ricorderò sempre queste parole,
le sue mani accarezzarmi il volto,
il dolce sapore di miele
sulla mia pelle acerba.
Devo a lei ciò che sono,
i miei occhi, il mio sorriso,
il mio grande amore per la vita.
Non le somiglio molto,
i miei occhi sono scuri,
i miei capelli hanno il riflesso
di un immenso castano,
ma le mie labbra...
si le mie labbra
si muovono come le sue
parlando d'amore.