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Sirene

Non so aspettare su questa poppa
il rollio dellìonda
che non si manifesta
e sempre sorprende lo specchio
velato dell'acqua
che s'infrange sul verdecupo
d'alghe vegetanti sulla chiglia.
Sono queste nuvole
sparse nell'aria
come umide forme
a sbigottire lo sguardo
dissolto in una tempesta
di memorie
che irrompe nel cuore
e qusasi l'arresta
in un precipitare nel tempo
d'una perdita dopo l'altra.
La tristezza ti figge
in questa stria ghiacciata di morti
che s'avanza
in questa risacca
di vite impallidite
di volti cerei
imprigionati in una ragna
di fitte linee di luce.
Ancora una volta
straziato
fuggiro dalle lame d'acqua
di questo gelido navigare
tra brume e spumeggi di prua
ma lambirò
rotte all'agonia dell'essere
sottratte
in un frecciare di gabbiani
nei colori fusi dell'aria.
Non so aspettare
la saggia volontà del tempo
ma impazzisco nella corsa
che non s'arrende
ai faticosi inganni dell'adolescenza
ma s'arde d'una febbre
fremente di vita
che saccheggia
nel potente risucchio del mare
il frastaglio rumoroso
per farne voce e canto
di sirene
che luminose varcano
l'albore del giorno.

 

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2 commenti:

  • Sara Meneghello il 19/02/2015 13:24
    Sembra di essere presenti, tanto è intensa!
  • ELISA DURANTE il 12/12/2010 08:21
    Versi introspettivi di ottimo livello per un tema sempre suggestivo. Ricontrollala, però, ci sono un sacco di refusi. Ciao!

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