se fossi mare, mi nasconderei nei suoi abissali fondali
e confonderei le mie lacrime, lasciandole trasportare dalle saline correnti,
per poi dissetarmi dei tuoi preziosi ricordi...
rivedendo il tuo sguardo, adorabile donna...
se fossi cielo, imiterei l'incerto vagare dei gabbiani, nell'aria di una afosa estate
che arriverà inopportuna, preceduta da un vento caldo, e irrespirabile...
sospirerei di nuvole,
nutrendomi di prelibate prede, accecato di stelle, ammirando il sole morire,
nel suo riposante cullarsi... invidiando il tuo sonno, meravigliosa creatura...
se fossi terra, cercherei di provocare l'ira dei vulcani,
e berrei di lava, e di sterpi...
sprofonderei nei pianti di timidi ruscelli, cancellerei le mie orme,
temendo che tu potessi seguirmi, e amerei il rumore di zoccoli in fuga,
nonostante il dolore, e la polvere,
e la luna ferita mi suggerissero di dimenticare...
rivivendo il tuo passo, indimenticabile compagna...
ma sono un uomo...
e rimango a sognarmi diverso,
mentre piango, di te, e non trovo conforto,
perché non più mio è il tuo sguardo,
mai potrò godere di un tuo risveglio,
e i tuoi piccoli piedi si muovono sì, ma sul mio debole cuore...