Sei dolce come il pane caldo
portato alle labbra
nelle fredde mattinate invernali,
soffice la tua pelle bianca
che sa di talco e miele
sotto le mie dita distratte,
m'insegni tu la vita...
io madre ascolto la tua bontà,
l'assaporo nei luoghi chiusi del mio cuore,
nei tuoi che s'aprono alla vita,
negli esempi dati e mai dimenticati.
Sei la forza che distingue il bene, il male,
la carezza di parole pronunziate
nel silenzio che reclama rispetto,
non conosci rabbia e rancore,
ma sai muovere le pedine sulla scacchiera
con gesti decisi senza dimenticare.
Perdoni blasfeme parole,
per amore di chi ti ha dato la vita,
di chi ha pronunciato il tuo nome d'innanzi
ad una bianca altare.
Sei la donna che ha stretto le mie mani
asciugando il sudore rabbioso
trepidante sulla pelle di ghiaccio,
hai scaldato il tremore
abbracciandomi forte,
mischiando le tue lacrime alle mie.
Sei mia figlia,
lo splendore,
"la luce della mia giovinezza".