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La sera ed i fantasmi del mattino

Architrave nascosta pure tu
hai il tuo cubo di niente
un pezzo mancante,
nell'ombra è retina celeste.

Il salvagente porta in realtà
cadaveri d'annegati
o pennuti disciolti
in morte sotto la pioggia.

Ma dal cimitero cresce
un'aureola lucente
esplodendo come un pavone,
e io rido giù per terra
con la bocca piena
sbuffante di pane secco.

Giochi di altalene di vento
mi portano al sogno i tuoi capelli,
le tue spalle magre
mi vedono chino sul tuo viso,
gli occhi bagnati
a riflettere le stelle nei tuoi,
i tuoi ai miei le ritornano:
sono meteore,
lacrime che cadono
sulla terra umida d'argilla,
sull'erba di plastica vergine.

 

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4 commenti:

  • annette j il 30/06/2011 09:55
    mi piace un bottissimo!
  • alessio lu il 11/02/2011 14:28
    Infatti, è una successione di immagini "ipnagogiche": non vissute direttamente ma viste come se fossi al cinema, l'erba di plastica indica l'artificialità del tutto; non nel senso che sia falso, ma nel senso che è lontano, non procura le sensazioni forti che caratterizzano le cose "reali".
  • Giacomo Scimonelli il 06/12/2010 22:25
    sembra frenata... come dici tu agata... ma forse è lo stile di Alessio... trovo originali e belle le tue opere
  • Anonimo il 06/12/2010 19:07
    trovo che la tua poesia sia scritta veramente bene ma percepisco una strana sensazione... come se tu non ti voglia lasciare andare del tutto.
    la sento un po' frenata. non so come dire...

    ciao

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