Stanco, ormai, d'inseguir la mia via,
prima ancor che essa fu a me chiusa,
trovai riposo all'ombra d'una quercia.
Innanzi a me più in là stava curva
una tenue vecchina, bianca di pelo,
lenta e insicura di piede e di sguardo.
Dentro e dintorno la verde frescura
nulla d'umano potea aiutarla.
Subito io a lei m'avvicinai.
Ella come mi vide: "Non più in qua!"
e svelta puntò il lungo bastone.
"Rantola via, cane bastardo.
Come osi alla mia grave persona
accostare la tua lurida figura.
In quale bidone hai sepolto il decoro.
Io," gli occhi azzurri innanzi a me portò,
"dell'Amor ho dato luce e dei Cieli
a chi visse il Medio e l'Antico.
Dell'alloro ho cinto il capo a chi
di Guerre ha cantato e nel Mito
ha chiuso dei Popoli la Gloria."
E con lacrime svelate le dolci
sue parole bagnava e rinfrescava.
"O nobile donna, dite chi siete!"
diss'io a lei, ed ella a me rispose:
"Non più Musa né più Diva,
Io fui la giovane Poesia."