Dal giorno del mio arrivo
ognor m'insegui,
donna velata:
mistero c'è in te
e forza io non ho
per sfuggir gli sguardi tuoi.
Mi cerchi tra i soldati,
in ogni lavor m'insegui
e brami di abbracciarmi,
pur se deciso
alla passione tua
è il mio rifiuto.
Ma ecco alfin sei giunta
e avvinta a me rimani
nel possesso del corpo e dell'anima.
Da te,
non baci ardenti
e morbide carezze,
ma un duro morso al volto,
stringendo il mio corpo
in mortale amplesso.
Strappato il misterioso velo,
a me ti manifesti:
non sei donna di Kabul,
e chiara nel funereo volto,
a me, disperato, ti riveli,
orrenda ed impietosa morte.
Or avvolto sarò da un Tricolore,
intriso di sangue e di pianto.