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Con lo sguardo sollevato al cielo

Ero un ragazzo appena,
e già l'azzurra volta
calamitava il mio sguardo,
il garrire delle rondini,
erano un richiamo,
e per qualche attimo
non c'erano più compiti,
ma fantastici voli pindarici.
La voce di mia madre,
mi richiamava al dovere,
sul tavolo in cucina
ad aspettarmi c'era pane e nutella,
ma l'azzurro e il rosa,
li avrei ritrovati là, dove li avevo lasciati,
perché si completasse l'avventura
nel punto dove era stata interrotta.
Ancor oggi fisso l'azzurro,
specie quando gli stormi di uccelli,
disegnano con mano leggera,
armoniosi geroglifici, e mia moglie,
un po' per bisogno, un po' per diletto,
reclama che il mio azzurro intenso
si fondi col suo azzurro-cielo.

 

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4 commenti:

  • Anonimo il 27/01/2011 16:23
    Molto bella. Anche a me il cielo dà questa sensazione di azzurra immensità, di universale e d'infinito. Guardare la volta celeste mi rasserena e mi fa sentire più vicina a Dio e all'eternità. ciao
  • Dolce Sorriso il 20/01/2011 22:20
    bello il tuo sentire, a tratti simile al mio... bravo e sensibile Fabio.
  • ELISA DURANTE il 17/01/2011 09:21
    Il senso della quotidianità, fatta di piaceri e doveri, non ti distoglie dal desiderio di trascendenza. Molto piaciuta!
  • loretta margherita citarei il 14/01/2011 20:51
    dolcissimi versi, bello rileggerti dopo tanto un bacione lor

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