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Il tuo nome

Come i grani dei rosari
sfiorano le vecchie,
le mie mani da bambino
sfogliavano il tuo nome;
un gioco di sillabe sussurravo,
neanche conoscendoti.
Ma adesso che sei luce
che filtra la mia stanza
e dolce e dolente pioggia
che scioglie le mura
del mio pianto amaro,
voci sconosciute
cantano le sabbie
d'un sentimento senza fine.
Così cado sulla cenere,
tra ricami di garofani
che assediano le tombe
e fiori azzurri sospesi,
teneri boccioli di rosmarino.
La verità è che temo
il tuo svanire improvviso,
la rugiada del tuo canto
e le labbra, more d'autunno
che la notte respirano,
quando esplodono gli astri,
la rosa nera del sonno.

 

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3 commenti:

  • Manuel Cassina il 31/01/2011 12:23
    Complimenti. Molto bella, verso dopo verso, d'un fiato.
  • Alessandro Bellomarini il 30/01/2011 09:18
    Dire che mi è piaciuta è riduttivo... io penso comunque che la poesia si debba aggiornare ed evolvere e non può essere soltanto una serie di belle parole che dipingono un quadro che il poeta immagina: la poesia oggi deve assomigliare ai testi delle canzoni secondo me e questa potrebbe essere tranquillamente musicata... complimenti, ciao
  • loretta margherita citarei il 29/01/2011 21:22
    mi è molto piaciuta

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