Sovente, di nubi un copricapo
ti mostra imbronciato e cupo
più volte di chiaror fregiato
apri di fascino il tuo lato.
Alto troneggi sontuoso,
sembri in un sonno di narcosi
e sedato riposi misterioso.
Ma, al turista piaci come sei:
il tuo fianco fragrante di ginestra,
la scalata di boscaglie e vigne,
le voragini e crepe, e la tua destra
con la gola d'inferno lo squallore;
ove né muschio, né sterpi, né gramigna,
né serpe, né ramarro alberga.
Da arniche e rovi divorato,
all'uomo piace il tuo sopore,
gli effluvi di zolfo e di bruciato
le ampie scoscese, le slavine,
le antiche rovine
da sempre e da molti salutate.
Chiassosa la città d'intorno
rassegna sicura ogni timore,
ti sacrifica il giorno.
Ma la scienza non ti perde d'occhio
e il grembo nascosto ti scandaglia.
Quando, stanca del giorno, notte avanza
sereno ti mostri ben disposto
e soffici giacigli come paglia
nei tuoi spazi dedichi agli amanti.
Sembri quasi accennare ad un sorriso,
spietato un tempo ormai dimenticato,
oggi per tanti un paradiso.