Appollaiati
su un ramo
di luna
ascoltavamo
le acque nere del lago
lambire
i nostri piedi
con ali di cigno
ricordi
la stanza era bianca
morbide le pareti
di una lungimirante casa
distesa nel silenzioso respiro della notte
macchie
di caffè sul soffitto
dipingevano le ore
dei nostri visi insonni
Amerò la poesia
Ti dissi
tremante nel petto di dionisiaco furore
quando un poeta
aggiornato in esplosione di sole
infrangerà le sue labbra di marmo
sul Tuo esile corpo
donando
alla luce caotica della sua asimmetrica stella
la forma del Tuo mondo in petalo di rosa
volerai
leggera
sazia d'Amore
colma di presenza divina
abbracciando
il letto scosceso
di ogni umana notte
in un dolce declivio
di guance
fiorite
nel primaverile ruscello dei Tuoi occhi radiosi