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Solitudine

Ecco, la sento.
Sento i suoi artigli che già
afferrano gli abiti che indosso.
Sento già il suo fiato pesante
che sposta i miei capelli.
Arriva, è qui.
So che soffrirò.
Penso già al dolore della mia carne
dilaniata dalle sue zampe.
Il mio collo sarà presto preda
delle sue fameliche fauci.
Una bocca che è stata il
terribile antro di molti,
mi inghiottirà.
Non posso resistere?
Avessi almeno il tempo e
la forza di voltarmi,
avessi almeno la capacità
di vedere il nemico in faccia.
Nell'ultimo spasmo d'orgoglio
alzo lo sguardo e vedo la mia ombra.
E vicino alla mia ombra altre sagome
si stagliano tutt'intorno.
Non sento più il fetore del suo alito,
non sento più i denti assassini,
l'artiglio si ritrae e svanisce.
Non sono più sola.

 

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4 commenti:

  • Sergio Fravolini il 20/02/2011 08:02
    Il titolo... il titolo quasi impronunciabile.

    Sergio
  • valentina gargaglione il 20/02/2011 01:10
    la solitudine era la mia paura più grande... ho imparato ad apprezzarla quando realmente mi sono trovata sola, e adesso non mi fa più paura e a volte sono io a cercarla.. complimenti, bei versi.
  • loretta margherita citarei il 19/02/2011 21:31
  • Giuseppe Tiloca il 19/02/2011 13:10
    Và, e viene, sparisce ritorna silenziosa, non lo si sà mai quando potrebbe arrivare.
    Signora solitudine, coi suoi artigli non piace, nell'altra sua parte, andrebbe apprezzata.
    Brava

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