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Il valore di un uomo

Si pensa che si possa misurare
in base solo ai suoi possedimenti,
da quanto lui riesca a guadagnare,
da quanto c'è sui suoi conti correnti,

dai quadri posti nell'appartamento,
da quanto spenda per il suo vestire,
se un'auto ha lui veloce come il vento,
di che mezzo si serva per partire.

È un modo certo assai superficiale
fondato sul clamore e l'apparenza
per stabilire un uomo quanto vale
senza guardare alla sua vera essenza.

Se questo poni a base del giudizio,
ciò rende vana ogni tua pronuncia.
Ché del valore è il principale indizio
non ciò che s'ha ma ciò cui si rinuncia.

 

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6 commenti:

  • Ugo Mastrogiovanni il 09/03/2011 16:22
    Sarà perché sono ormai molto vecchio, sarà perché ho studiato sotto i benedettini che ripetevano spesso "Vanitas vamitatum" e perché mi sono rimaste impresse le parole Orazio: <Decipimur specie recti>, (Siamo ingannati dall'apparenza del bene), ma io ritengo che l'amico Abbamonte abbia ragione. L'educazione, l'etica, la cultura, il sacrificarsi, oggi non valgono più niente; oggi vale chi è ricco e più ricco del ricco; si vive di apparenze e di egocentrismo. Indubbiamente l'agiatezza fa bene, ma abusarne no. Questi versi, bene organizzati e ottimamente rimati, corrispondono a una logica assennata e inconfutabile, io la condivido, ma non è necessario che debba esserla da tutti.
  • Nicola Saracino il 28/02/2011 14:22
    Beh, se ho "rinunciato" al primo complimento il motivo è strettamente inerente a quanto hai scritto!
  • Giuseppe ABBAMONTE il 28/02/2011 13:22
    Ciao Nicola
    A seguito del tuo secondo commento ritiro il complimento per l'originalità e lo sostituisco con uno per la ferrea logica e l'immediata deduzione.
    E ricambio, davvero con affetto, l'abbraccio
    A presto
    Giuseppe
  • Nicola Saracino il 28/02/2011 11:27
    Caro Giuseppe, il "rinuncio quindi sono" è venuto dal confronto dei tuoi due versi "senza guardare alla sua vera essenza" e "non ciò che s'ha ma ciò a cui si rinuncia", che legano l'essere al rinunciare. Comunque, ottimi spunti di riflessione. Un abbraccio, Nicola.
  • Giuseppe ABBAMONTE il 28/02/2011 08:01
    Caro Nicola
    sono stato criticato abbastanza aspramente per la "chiusa" da mio figlio e, con toni meno forti, da mia moglie. Il motivo è: perchè si deve rinunciare a qualcosa per dimostrare di avere valore?
    Ora, giustamente, anche tu mi fai notare che non bisogna mai rinunciare a se stessi. E credo che altri commenti del genere potranno arrivare e, se non saranno scritti, saranno certamente pensati.
    In effetti il verso è un po' criptico, nel senso che va intergato con un minimo di spiegazione. Io volevo solo dire che dimostra molto valore chi sa rinunciare a qualcosa, che ovviamente potrebbe permettersi (rinunciare a qualcosa che non si potrebbe mai ottenere non è certo di per se' indice di valore). E magari rinunciando a quel qualcosa mettere a disposizione della comunità il suo corrispettivo (ad esempio in termini di tempo libero o di beni materiali).
    Se vuoi si richiama alla parabola di Gesù quando di fronte all'elemosina di un ricco e di una poveretta, dice che quest'ultima ha molto più valore perchè lei per farla ha davvero rinunciato a qualcosa mentre il primo non ha rinunciato a nulla. Ovviamente mi scuso subito dell'accostamento e preciso che non intendo certo ergermi a predicatore.
    Sul nesso "rinuncio quindi sono": no Nicola, non ci avevo proprio pensato, ma complimenti per l'originalità.
    Un abbraccio e buon inizio settimana.
    Giuseppe
  • Nicola Saracino il 27/02/2011 18:07
    Caro Giuseppe, me ne andavo passeggiando per i tuoi versi, ad osservare il valore di un uomo secondo i canoni correnti, quando la chiusa mi ha dato un frenata e poi una brusca accelerata. Frenata per l'originalità del contrasto tra avere e rinunciare, che mi ha attirato fortemente l'attenzione. Accelerata perché mi ha posto un problema: essere equivale a rinunciare? C'è un nesso di causalità del tipo "rinuncio quindi sono" o almeno "sono quindi rinuncio"? C'è bisogno di pensarci su. Forse tra quelli che "valgono", sono più numerosi quelli che rinunciano. Ma attenzione a non rinunciare a se stessi... sarebbe peggio o perlomeno non meglio che passare la vita nella vanità o a caccia di ricchezze. N

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