È notte fonda
e nell'umido bosco siede un uomo,
avvolto nei suoi pensieri.
Il soffio del vento crea uno sfondo sublime,
accarezza l'animo del pensatore
che immobile medita sul suo essere.
"Oh mia fragile anima in pena!
Dimmi, chi ha deciso che io debba soffrire?"
i pensieri di costui sembrano risuonare,
così intensi, cosi sentiti,
ch'egli affranto si sforza a tener le lacrime.
Arduo è lo sforzo
ma non porta risultati,
al pensier della sua amata
una lacrima è caduta,
furtiva come una trappola.
Con lo sguardo rivolto verso l'alto
dentro non tiene un esclamazione:
"O luna infame che te ne stai in cielo
perché non fai niente,
pur vedendo ch'io soffro davvero?".
Ma un suono lo richiama
e viene dal cortile,
così l'uomo sospira
ed imbraccia il suo fucile.