Mi sembra d'aver vissuto
cent'anni o forse milioni
se penso al mio nido
che non conosce tempo
laggiù
nello spazio senza confini
dove nacque il mondo
e fu parola.
Nel mediano passaggio
l'oblio annebbia il senso
e la terra non suggerisce.
non ci è dato di sapere il prima (ed il dopo) eppure a volte ci sembra di riconoscerne un respiro in qualche atemporale distacco dalla materia
(però mi piace associare quel "e fu parola" alla mia piuttosto recente scoperta della poesia, come causa-effetto di quel possibile aggancio allo spazio senza confini )