son cappelli del passato
le barche riviste
dall'occhio freddo e incerto
di un corpo estraneo al mio.
finestre gotiche
si affacciano sul mare
e l'immagine statica
inizia la sua danza
presa da nuova vita
stridente il grido dei gabbiani
che danzano nell'aria
tra le acrobazie
che nutrono i loro corpi
e il sole che oggi
non da tregua ai vitrei occhi
la nuda pelle non teme l'inverno
ma sfida quel tempo clemente.
È il risalire i sentieri
di antichi castelli
che toglie il respiro
aprendo lo sguardo a sogni reali
voli onirici
mi riporteranno qui
col silenzio che mi vive
e il desiderio di restare
sospeso nel tempo
tra roccia di marmo
e oceano insolito
tra il cielo e la terra.