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La parola dello straniero

Le finestre aprono e chiudono gli occhi,
fari fissi sul mondo che marcia
e marcisce sotto il controllo,
altro che meteoriti!

Siamo quelli che giocano a rompicollo,
lame iniettate di sangue
sbucano da celle di cristallo,
mani strette all'arma, visi ibernati,
siamo gli eterni incazzati.

Innalziamo preghiere all'Onnipotente:
O zio, non guardarmi così,
arrenditi alla natura in fiore,
l'ardore delle tue prove a prova di catena
si spegnerà
come le ombre
sulle strade infuocate striate di sangue:
la nostra schiena.

Siamo quelli che sputano dietro le stazioni,
frutti dell'unico seme
invitano a tutte le tentazioni,
naso in banconota, i mascherati,
siamo i perenni alterati.

Le porte sbarrate, solo enti,
correzione, correzione, via della resurrezione
e vermi che strisciano,
altro che penitenti!

Siamo quelli che cantano ancora la notte,
terra futura ci attende
su galassia nuova di zecca,
mente aperta, stabili precari,
siamo i verbi ausiliari.

Supplichiamo favori all'Onorevole:
O zio, non guardarmi così,
accogli con un abbraccio la pecora smarrita,
è finita l'era degli sporchi vessatori,
entrerà
un nuovo raggio
nella tana silenziosa. Iper-smaniosa,
la nostra sposa.

Siamo quelli che dimenticano in un istante,
neon abbagliante di città distante
e insignificante, gelida, come la guerra,
piede schiaccia età, occhi di un solo colore,
siamo i figli senza valore.

 

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1 commenti:

  • grazia savonelli il 11/04/2011 20:14
    siamo i figli senza valore meditiamo gente su ciò cerchiamo di ridare più valore alla nostra vita... bravo ciao

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