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Primavera

Già s'ode
il miracolo estivo,
in questo
mutar d'intorno:
le viole e il fior di rosmarino
si piegan lieti in un inchino,
al far del giorno.

Un fremito d'ali
ed ecco:
dall'erba cresciuta in un fosso,
s'alza al volo il pettirosso,
ch'ombroso trova riparo
nei rami d'un pino raro:
s'appresta cantar
con sue parole,
una gioia inattesa
al suadente indorar del sole.

Come i mandorli e le primule,
così gli uomini gettan
virgulti di speme e preghiera,
giostrati anch'essi
da quest'ardita
rinascita di vita
della stagion di primavera.

Sovente,
s'innalzan dai vasti
e curati campi,
manti di bianco fumo:
brucian legno e vecchi sterpi;
il pensier mio brucia
tarli,
e vecchi ricordi.

Neppur la brezza sa
restar indolente
ai nuovi dorati raggi:
porta, trastulla, sobbalza
una frotta di spente foglie,
ancor ricche d'autunno.

Ed il cielo sopisce
l'occhio suo più brillante,
su un telo or celeste,
un po' più roseo, poi cremisi,
in un ultimo luccichio fugace.

 

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