M'autunno nella fissità
di cinetiche angustianti
Concrezioni di vacui enfisemi
svertebrano l'aria che bela
onomatopee di silenzio
Esalazioni d'averno
sbuffan fredde nel verno
Il tuo stupro fiamma
chiede il mio ceppo consunto
Il tuo ardente lavacro
le mie ceneri incombuste
Infibula i corticali cancri
che rugginiscono l'animo
di spessa malinconia
Brucia e dissala
il daltonismo dell'iride
Scarifica il fondo
del mio porto sepolto
Escoria di carezze
questa pelle insipida.