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San zeno alla zai

... e ti rivedo, o chiesa d'operai
dove trascorsi la mia età più bella
non priva di pericoli e di guai

rivedo fra i tuoi banchi la fanciulla
troppo grande di cui m'innamorai
bambino, e quell'eterogenea folla

che al ritmo della voce mia ancor bianca
pregava a capo chino ed intonava
qualche orazione svelta, o tarda e stanca,
e poi composta e assorta a casa andava

... ...

e come bella, eterea, affascinante
agli occhi miei allora appena schiusi
lei appariva, prossima e distante

il velo sui capelli e gli occhi chiusi
in virginale anelito, sognante
paradisiaci cieli e casti effusi!

Mai più una tal bellezza mi colpì
mai più meravigliosa dimensione
in un sol tempo apparve e poi sparì
per sempre irrangiungibile visione...

 

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4 commenti:

  • mauri huis il 14/05/2011 05:39
    zai=zona agricola industriale, parrocchia di immigrati (dalla provincia alla città, allora si usava ancora così, operai, custodi e piccoli industriali che allora facevano vita quasi comune, comunque prossima. Io intonavo i canti al microfono e lei era la mia personale madonna... molto, molto, molto tempo fa. grazie a tutti
  • - Giama - il 13/05/2011 23:39
    bravissimo maurizio, lettura estremamente piacevole, versi scorrevoli e gradevolmente coinvolgenti che si manifestano, nella mente del lettore, in chiare e suggestive immagini di ricordi lontani, ma ancora vivi.
    (mi incuriosisce il titolo...)
    ciao Giacomo
  • Giacomo Scimonelli il 13/05/2011 17:26
    piacevole lettura... bravo
  • Ada Piras il 13/05/2011 10:19
    "per sempre irraggiungibile visione"bella

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