Sono sola come un
pescatore lontano dal mare,
mite respiro per l'amata mancanza.
Stranieri sono ora i nostri cuori,
banditi i desideri ed esauriti i sogni.
Io, misera, guardo il mondo da
quell'ultima scala, là dove non esistono
scorciatoie.
Galeotto fu il piacere che si fece complice
dei soavi sospiri e che, nutrendosi di nuvole,
preservava un'eterna primavera.
Ma la realtà ubriaca d'amore é mutevole e
lo é ancor più per noi che esistiamo per una
morte certa.
E in questa universale precarietà,
cerco di rifugiarmi nell'arte:
impetuoso ruggito dell'agire.