Ovunque io guardi
è il tuo viso che vedo
e i tuoi occhi di marmo,
oramai,
vuoti di tutto il buono che c'era
vuoti di vita
e vuoti di me
che dolente fin nelle ossa
affranta da troppa memoria
null'altro necessito fare
se non lenire il mio male di te.
E raccolgo allora paziente
frammenti di un'ultima estate
e ritocco con cura infinita
tramonti
momenti
baci e parole
ma non meno le nostre sembianze
affinché tu non sia tu
io non sia io
e l'amore non sia più
- mai più -
fra di noi.