Ero fuori l'altro giorno,
camminavo verso casa,
sentendo addosso la mitezza
del clima di maggio
ora soleggiato e leggero,
ora più ventoso e bizzarro.
Olezzi di rose variopinte e genziane,
terrazze fiorite di viole e margherite,
una gran festa di colori ed effluvi
che inondavano i visi e le menti
e svegliavano incontenibili
sensazioni già vissute...
D'improvviso un odore di brace
mi invase,
facendomi volare indietro,
ad un solare passato di infanzia
in cui nei giorni di calda estate
assaporavo quelle rustiche vivande,
da nonna con entusiasmo cucinate
e che insieme consumavamo
sotto l'ombra di un grande albero di fico
e tra il verde esuberante della campagna...
Fu un tuffo subitaneo in incantevoli
momenti di vita
da sempre
e per sempre racchiusi
nella mente e nel cuore
e nei quali trovar rifugio
per scacciare una sorda malinconia.