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A Pnèuma

Un abbiètto mondo su di noi incòmbe
nel principio di questo ieràtico pregare
dal làudo mausolèo ove il mio corpo soccombe
nella paura della nèma che dovrai imprecàre




Nella tua piaggerìa ho la forza di questa pirobazìa
soffocato dal tuo mancato puerìle pàvido tuo sole
adorato all'infinito in questa inutile dolce acrobazia
dal mio plàteale tentare al tuo cuore che non vuole




E in questo rabbonìrmi nel palèse prodìgio
dell'essere pròbo al mondo all'infuori di te scipìto
della tua ricerca mia dolce proferisci un presàgio
dall'immàne calore a cui amare è infinito




Il non udire ogni giorno la tua soave voce
dal duro parlare dei tuoi immàni occhi
dal vàcuo guardare il tuo cammino nuoce
al domani senza che nel tuo sole qualcosa scocchi




E il non odorare la tua egèmone rilùcente chioma
dal voltarmi e accorgermi del mancato tuo viso
che nel cadere e salire su questo cuore non doma
un sentimento dilètto a dio di cui niente hai condiviso




L'amore che amo per te non ha regole né misura
con l'animo veemènte senza pace di ciò che sono stato
nel tuo vèntre docile come un pàrgolo ho ricevuto premura
dal tuo affetto irraggiungibile dal quale un giorno spero di essere amato

 

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