La bambina con le rughe cammina
contando i passi,
come direttore d'orchestra scandisce
il tempo con le dita.
Poi, come ballerina di flamenco,
fa ondeggiare quella camicia
a fiori, e scioglie i capelli.
Danza, danza, danza...
Il pavimento si apre
a palcoscenico,
lei
l'indiscussa protagonista.
Per strada,
dal fornaio,
dal medico,
nel parco...
Di colpo si ferma
mi fissa
e le esplode sul viso
come un ordigno
silenzioso ma sconvolgente,
un sorriso preciso,
curato,
provato allo specchio
come il copione esige.
"Quanto sei bella",
e e sbocciano i fiori di stoffa.
Mi scruta come una tigre
con la sua preda
inarca la schiena
e con infinita dolcezza
agguanta i miei capelli,
che lo scorrono tra le dita
ladra di morbidezza e lucentezza
ruba i miei anni.
Tenera arrogante maliziosa vecchina.
Mi incanto
a scrutare il mondo tuo
in un corpo che piu
ti appartiene,
te ne liberi danzando.
Bambina, la tua danza
è calamita che trascina con te
il buono di me
e lascia i pazzi
dall'altra parte del mondo
che ora non mi appartiene.